Il 28 giugno del 2012 gli abitanti della città di Kanur nello stato del Kerala si sono svegliati sotto una scrosciante pioggia rossa. Il fenomeno non è stato registrato per la prima volta, ma si è ripetuto più volte dal 2001, circa 124 volte. Proprio in questa data sono stati raccolti diversi campioni della pioggia ed analizzati al fine di scoprire se si trattasse di una pioggia pericolosa e inquinante delle falde acquifere.
Foto delle cellule della pioggia rossa:
Due scienziati hanno portato avanti le analisi fino a pubblicare i propri risultati consultabili da tutta la comunità scientifica. Il dott. Godfrey Louis dell' Università di Scienza e Tecnologia di Cochi e il collega Santosh Kumar dell' Università di Mahatma Ghandi di Kottayam hanno scoperto diverse particolari proprietà inerenti alla pioggia rossa.
Ad una prima analisi sembravano trovarsi di fronte a materiale biologico, cioè vere e proprie cellule formate da una spessa membrana, paragonarono quindi le cellule al sangue ma non c'era nessuna corrispondenza infatti tali cellule avevano la membrana ispessita e non sembravano avere corpuscoli interni al microscopio. Da una prima analisi sembrano inoltre essere autofluorescenti, infatti da successive analisi è stata riscontrata un' alta concentrazione di uranio nelle pareti cellulari.
qui la loro pubblicazione ufficiale (per tutti gli scettici e coloro che screditano senza leggere...):
http://arxiv.org/pdf/astro-ph/0601022v1.pdf
Ma perché tali cellule dovrebbero venire dallo spazio?
Pochi giorni prima della pioggia rossa del 2012 lo Sri Lanka era stato tempestato di avvistamenti di luci nel cielo, molti non hanno dato delle spiegazioni, fin quando un testimone ha detto di aver visto schiantarsi al suolo le luci e di aver trovato del materiale (simil meteorite) ma molto più granuloso.
Da qui il collegamento che forse si poteva parlare di teoria della panspermia, cioè il viaggiare delle molecole della vita attraverso lo spazio su comete e meteore, saremmo quindi tutti figli delle stelle, ognuno di noi è un extraterrestre.
Le cellule ritrovate anche nella pioggia:
Risulta sconvolgente che ricercando molecole di fosforo (alla base del DNA) non se ne siano rilevate e nonostante tutto le cellule della pioggia rossa sembrano riprodursi e moltiplicarsi. Altro elemento di analisi è stato sottoporre le cellule ad una temperatura di 300 gradi centigradi per 15 minuti e le cellule hanno continuato a replicarsi e sopravvivere.
I ricercatori hanno avuto modo di passare al microscopio elettronico i frammenti ritrovati di meteorite e hanno rilevato le stesse cellule quiescenti che sono presenti grandi quantità all'interno della pioggia.
Altri ricercatori ( A pubblicare sul Journal of Cosmology l’eccezionale scoperta sono tre ricercatori della University of Buckingham (UK) (N.C. Wickramasinghe), della Cardiff University (UK) (J. Wallis) e del Medical Research Institute, Colombo, Sri Lanka (D.H. Wallis) ) sono stati a lungo screditati hanno pubblicato come all'interno del meteorite siano presenti oltre alle cellule della pioggia rossa anche alcuni fossili comuni di diatomee (sarebbe realmente interessante vedere se filogeneticamente siano realmente comuni).
Tutto questo ci lascia pensare che siamo davvero tutti figli delle stelle...
Open your mind.
Un video riepilogativo